Comitato Territoriale

Parma

Enrica Montanini, riflessioni sulla sicurezza stradale

Sostenibile. Chiediamo una strada più a misura di uomo, pensata anche per pedoni e ciclisti, per chi decide di essere slow e di mettersi in movimento. Per tutte le persone che scelgono di non fare parte delle interminabili code che alle ore di punta bloccano le nostre strade, ma che nonostante tutto restano intrappolate in gimkane di auto, a respirare …l’irrespirabile! E a rischiare l’irreparabile.

Sicurezza. Fretta e conseguente distrazione: questo spinge gli automobilisti e anche i ciclisti ad affrontare con leggerezza gli itinerari casa-lavoro o casa-scuola. Basta osservare chi guida in città per accorgersi che molti, mentre sono al volante, compiono contemporaneamente un’altra azione. Forse pensando che la velocità, più ridotta che in tangenziali e autostrade, possa diminuire i rischi. In realtà è proprio nelle aree urbane (ma non solo) in cui è molto facile incorrere nell’imprevisto: il pedone che attraversa, il ciclista o qualsiasi altro improvvisa azione compiuta da un altro soggetto.
Se è vero che la sicurezza stradale dipende molto dai nostri comportamenti, è altrettanto vero che un'importante parte del lavoro spetta anche agli enti pubblici: progettare piste ciclabili diffuse, razionali e ben segnalate e non che si incrociano o sovrappongono improvvisamente a strade aperte al traffico; promuovere il trasporto pubblico; incentivare con progetti specifici (ad esempio il Pedibus) i cittadini ad utilizzare l’auto solo se strettamente necessario.
Un piccolo aneddoto di cui sono stata, aimé protagonista, può aiutare a comprendere meglio il valore della parola “sicurezza”. Una sera di qualche giorno fa, mentre percorrevo una strada del centro città, ho assistito a un'auto che dopo aver in investito un gatto non si è nemmeno fermata. Il povere animale, seppure leso, era ancora in vita. Se quell'automobilista o i successivi avessero prestato attenzione o semplicemente ascoltato le segnalazioni mie e di altri passanti, si sarebbero fermati. Invece hanno preferito proseguire lungo la loro strada, continuando a investire il corpo del gatto, mettendo così a rischio anche me e gli altri passanti, impegnati nel vano tentativo di bloccare il traffico per salvare l'animale innocente. Erano già le 23, nessuno aveva l’urgenza di raggiungere l’ufficio e il traffico era limitato, tale da poter permettere alle auto di rallentare ed evitare il corpo del gatto. Invece, come sempre più spesso accade, ha vinto l’indifferenza, abitudine ormai consolidata dei nostri comportamenti stradali.

Qualità urbana. La nostra associazione, promuovendo manifestazioni come Vivicittà e Bicincittà, da anni lancia appelli affinchè le città siano progettate non per i mezzi a motore, ma prioritariamente per l’uomo, per il cittadino. Camminare, correre, pedalare e giocare in sicurezza anche in città, in spazi accoglienti e accessibili, respirando aria accettabile, godendo di angoli e scorci non stuprati da inutili giganti di cemento.
Da queste barriere e dalle asperità che in modo innaturale riusciamo a creare nelle città, alcune discipline, come il parkour, nascono e traggono vitalità, dimostrando quasi un adattamento co-evolutivo alle aree urbane. Il gioco, il divertimento è nello sconfiggere gli ostacoli! Dal nostro punto di vista, lo sport e in particolare lo sportpertutti, serve anche a questo, a saper realizzare nelle città luoghi informali per praticare le attività, come già accade in molti paesi del Nord Europa.

Educazione e partecipazione. Muoversi per divertirsi, per migliorare la propria qualità della vita, per stare insieme e per fare prevenzione. Muoversi però con consapevolezza, conoscendo le regole della civile convivenza. La Scuola, i Comuni, la Regione e tutta la comunità dovrebbero essere impegnati in progetti formativi sulla sicurezza stradale finalizzati all’educazione dei bambini e dei ragazzi, a partire dai primi anni di età. Realizzare percorsi casa-scuola a piedi e in bici per creare relazioni, per dare tempo di osservare tutto ciò che ci circonda e per imparare, di conseguenza, ad apprezzare il nostro quartiere o a coglierne elementi di degrado. Educare ad essere cittadini attenti e propositivi. Questo deve essere lo sforzo comune che deve vedere protagonista tutto l’associazionismo, anche quello sportivo in un progetto condiviso di partecipazione che necessita però della spinta propulsiva dalle istituzioni, prima di tutto i Comuni, che hanno competenze dirette sul tema della mobilità urbana.

Siamo consapevoli che tutto questo non serve ad alleviare il dolore di perdite che risultano drammatiche e soprattutto incomprensibili, ma crediamo che possa aiutare a prevenire ulteriori tragedie e a evitate nuove vittime innocenti della strada.

 

Enrica Monatnini, presidente Uisp Parma